La zona interna della Sardegna è enormemente sottovalutata dal turismo, e con torto: la zona riserva moltissime sorprese storiche, naturalistiche ed artistiche. Oggi siamo a Nuoro, anzi per la precisione a Macomer.
Vediamo insieme cosa fare se ti trovi a Macomer!
Gli edifici religiosi
Uno dei più importanti edifici religiosi della città, in centro storico, è la chiesa parrocchiale di San Pantaleo. Dalla chiesa è possibile godere di una bellissima vista fino al Campidano.
Particolarmente importante è anche la chiesa di Sant’Antonio, sul monte omonimo e immersa nei profondi boschi fino al Gennargentu. In estate è possibile partecipare alla manifestazione religiosa che porta i pellegrini fino alla cima del monte.
I nuraghi
La civiltà nuragica ci ha lasciato, sparsi per tutta la Sardegna, i suoi edifici tradizionali: i nuraghi. Queste costruzioni dell’Età del Bronzo sono ad oggi considerate patrimonio UNESCO e visitabili dai turisti tramite tour e guide.
Si dibatte da lungo tempo sulle funzioni di questi edifici a forma di tronco di cono senza punta. Qualcuno sostiene fossero abitazioni; altri storici ne hanno riscontrato una valenza religiosa, come fossero dei templi, o scientifica, per l’osservazione delle stelle e dei pianeti.
Dal II millennio a.C. è passato troppo tempo per avere risposte precise, probabilmente: quel che è certo è che il panorama sardo è caratterizzato anche da queste costruzioni, che portano con sé l’antico fascino di una civiltà ormai scomparsa.
I più famosi nuraghi della provincia di Nuoro sono:
- Santa Barbara
- Ruiu
- Succoronis
- Orolo
Nulla toglie che un tour organizzato con attenzione possa spingersi ben oltre, fino ai comuni circostanti, alla ricerca di bellezze storiche sempre più raffinate e sconosciute.
Il museo etnografico
La Sardegna è uno dei luoghi d’Italia in cui le tradizioni e la storia si sono mantenute più intatte, probabilmente per la distanza dal continente e dalle basse e minime influenze arrivate fin nei paesi più piccoli. A Macomer è attivo e visitabile il museo etnografico, detto “Le arti antiche”: la collezione comprende molti oggetti e utensili agricoli, costumi, fotografie d’epoca che parlano delle comunità della zona prima della globalizzazione.